Il convegno, che ha visto la partecipazione di un centinaio di addetti ai lavori e cultori della materia, è stato un ‘ occasione di riflessione e di confronto sul contributo che anche il settore estrattivo e minerario può fornire al recupero di materiali alternativi ed alla economia circolare.
Una particolare attenzione nella prima sessione è stato dedicato al tema , da sempre molto sentito tra le imprese del settore estrattivo, dei limi derivanti dal trattamento delle acque di processo in cava , sia sotto il profilo tecnico – impiantistico, che sotto quello del loro inquadramento giuridico ( prodotto/ sottoprodotto / rifiuto ) . Hanno completato la sessione alcuni approfondimenti sulla gestione delle Terre e rocce di scavo in presenza di amianto, tema che in alcune aree del Paese può rilevarsi di grande momento , e la presentazione di un interessante progetto di sfruttamento “collettivo” dei residui dell’ attività estrattiva nel bacino apuano ( i così detti “ravaneti”, ove gli accumuli di sterili di cava provenienti dal le cave del marmo apuano ).
Nella seconda sessione si è analizzato in particolare il tema, assai critico e dirimente per l’ effettivo sviluppo del settore del riciclaggio dei rifiuti da Costruzione e Demolizione, della cessazione della qualità di rifiuto ( il così detto “end of waste” ) , e quello del ruolo del geologo nella valutazione delle Terre e rocce di scavo. Sono stati inoltre presentati alcuni interessanti esempi concreti di tecnologie per il lavaggio di particolato solido e di recupero di inerti in Regione Toscana.
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